Geotargeting: come funziona l’ottimizzazione regionale dei contenuti web

In un mondo globalizzato come quello moderno, le aziende operano sempre più su scala internazionale. Anche i commercianti online hanno a che fare con clientele originarie di diversi paesi; ognuna con la propria lingua e le proprie abitudini socioculturali. Un sito web standard per tutti non è perciò più sufficiente. Al contrario, i consumatori vogliono essere approcciati con contenuti web fatti su misura per loro. Chiaramente l’online marketing non vuole solo conquistare un gran numero di utenti, ma ottiene dei risultati promettenti anche puntando alla distribuzione mirata di mezzi pubblicitari e offerte dei prodotti locali. In entrambi i casi viene utilizzato il geotargeting. Ma come funziona la localizzazione dei clienti e come viene impiegata?

Che cos’è il geotargeting?

In quanto branca del targeting dei gruppi di riferimento, il geotargeting comprende diverse tecnologie utilizzate nell’online marketing per localizzare geograficamente la clientela. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione degli utenti di una specifica regione contenuti web fatti appositamente su misura. In genere si tratta di versioni di un sito web in più lingue o di annunci pubblicitari con riferimento regionale. Il geotargeting gioca un ruolo centrale nell’e-commerce, ma questo tuttavia non vuol dire che venga utilizzato esclusivamente nel settore delle offerte commerciali sul web. In questo articolo vi forniremo una panoramica sui più comuni procedimenti di localizzazione, sui campi di utilizzo del geotargeting e vi mostreremo i limiti e i rischi di questa tecnologia.

Settore di utilizzo

Le motivazioni principali per qualunque azione di targeting sono da trovarsi nella tesi che vuole che gli utenti reputino rilevanti i contenuti che sono fatti su misura sulle loro esigenze. Un fattore centrale è perciò il luogo di un utente. Essere a conoscenza del luogo di provenienza di un utente fornisce ai provider informazioni sulla lingua da utilizzare, sulle peculiarità socioculturali e sui termini legislativi della regione di riferimento, che vanno rispettati.

Chiaramente il geotargeting non è utilizzato esclusivamente nell’ambito della produzione di contenuti web specifici per i vari gruppi di riferimento o durante la preparazione dei differenti mezzi pubblicitari online; anche gli sviluppatori di app per smartphone utilizzano le possibilità della localizzazione per attuare strategie mediatiche e per il collegamento dei canali online con i touchpoint offline, ovvero i punti di contatto con un cliente quando non connesso in rete. Inoltre le tecniche di geotargeting possono trovare utilizzo anche nell’economia di mercato, nel diritto di autore e nell’assicurazione dei vari processi di pagamento online.

  • Offerte online multilingua: molti siti web si rivolgono ad utenti su scala globale ed offrono perciò contenuti in diverse lingue. Un’informazione sulla lingua preferita da utilizzare la danno le informazioni dell’header, trasmesse automaticamente da ogni browser quando invia le richieste ai server. Dovesse venir richiamato un sito web multilingua tramite un browser con l’italiano come impostazione linguistica, allora il sistema di Content Management mostrerà la versione in italiano. Un visitatore dagli Stati Uniti leggerà al contrario lo stesso contenuto, nello stesso momento, in lingua inglese. Ma non tutti i siti web fanno affidamento esclusivamente sulle informazioni presenti nell’header. Anche il geotargeting permette di determinare la lingua d’utilizzo sulla base di processi tecnici di localizzazione.
  • Geotargeting nell’e-commerce: anche nei negozi online ci si rivolge con siti web in più lingue ad una clientela internazionale. Il geotargeting offre in questo caso la possibilità di disporre di diverse versioni di uno stesso negozio online, accedendo globalmente sempre allo stesso URL. Ogni versione disporrà di una gamma di prodotti differente in base alla regione di riferimento, così come valute specifiche, prezzi, condizioni di consegna e informazioni riguardo alle filiali fisiche più vicine.
  • Pubblicità regionale specifica: il settore pubblicitario si serve delle possibilità tecniche della localizzazione degli utenti, allo scopo di aumentare la rilevanza dei propri annunci per il target desiderato. Le reti pubblicitarie come Google AdWords o Microsoft Bing Ads offrono funzioni pubblicitarie, che si rivolgono agli utenti di un determinato territorio con prodotti o servizi mirati. In questo modo le aziende artigianali locali hanno la possibilità di utilizzare la pubblicità online, per aggiudicarsi nuovi clienti del territorio circostante. L’obiettivo è quello di diminuire le spese pubblicitarie attraverso la realizzazione di campagne regionali e di utilizzare i mezzi disponibili dove si raggiunge l’effetto maggiore.
  • Servizi di geolocalizzazione: con la sempre maggiore diffusione di smartphone e tablet, il geotargeting diventa sempre più importante anche nell’ambito dei servizi di geolocalizzazione (“Location-based Services” o “LBS”, in inglese). Numerose app acquisiscono automaticamente la posizione dell’utente, dopo essere state autorizzate. Ciò offre agli sviluppatori la possibilità di regolare le funzioni offerte del software in base alla posizione del dispositivo. È anche possibile immaginarsi dei servizi che sono disponibili all’interno di un’azienda o in negozi e ristoranti selezionati. Gli LBS trovano utilizzo ad esempio nelle app di coupon: nel momento in cui un cliente entra all’interno di un’attività commerciale facente parte di tale servizio, un buono sconto comparirà immediatamente sul display del suo smartphone.
  • Ricerca di mercato: quando si tratta di individuare il target di riferimento e di circoscrivere a determinati territori geografici le richieste di prodotti o servizi, anche la ricerca di mercato sfrutta i geodati.
  • Tutela dei diritti d’autore: Una forma di localizzazione degli utenti viene utilizzata anche nell’ambito della tutela dei diritti d’autore, che prende il nome di geoblocking. Piattaforme multimediali come YouTube utilizzano le possibilità tecniche del geotargeting, per limitare i contenuti a determinati paesi o regioni e proteggere in questo modo i diritti dei corrispettivi autori. Anche i contenuti web degli enti radiofonici e televisivi pubblici per i quali è previsto il pagamento di un canone, come è il caso della RAI in Italia, possono a volte essere visualizzati unicamente nei paesi di origine.
  • Sicurezza dei pagamenti online: un ulteriore campo di utilizzo della localizzazione degli utenti sono i processi di pagamento online. Gli erogatori di tali servizi utilizzano le tecniche di geotargeting per comparare le informazioni riguardanti la posizione con i dati account, e in questo modo, scoprire delle possibili inesattezze.

Come funziona il geotargeting?

Le tecniche di geotargeting si differenziano sulla base dei dati utilizzati per la localizzazione della posizione degli utenti. Oltre alle informazioni fornite volontariamente dagli utenti attraverso l’immissione dati manuale o all’attivazione del rilevamento della posizione nel browser, vi sono altri metodi che vengono utilizzati, sempre per questo scopo: l’analisi automatica degli indirizzi IP o i dati GPS.

Geotargeting tramite l’immissione dati da parte dell’utente

Un facile utilizzo tecnico del geotargeting si basa sull’immissione manuale di dati da parte degli utenti. In rete si trovano sempre più offerte web, tramite le quali gli utenti hanno la possibilità di scegliere nella pagina principale, quale versione del sito web desiderino richiamare o da quale regione avvenga l’accesso. Questo avviene tramite moduli online che richiedono il codice di avviamento postale o la lingua desiderata, e che rimandano successivamente al contenuto corrispettivo.

Un’altra possibilità di localizzazione è offerta durante il processo di registrazione, ad esempio quando ci si registra su un sito web, in un forum o per ottenere una web app. In questo caso le informazioni riguardanti la posizione sono disponibili solo per gli utenti registrati, i quali hanno fornito le informazioni riguardanti il proprio luogo di residenza. Il luogo in cui ci si trova verrà quindi raramente considerato da questo tipo di geolocalizzazione. La localizzazione della posizione tramite l’immissione volontaria di dati è perciò imprecisa e dipendente dalla sincerità dell’utente.

Autorizzazione per la localizzazione nel browser

Con l’HTML5 Geolocation API, il World Wide Web Consortium (W3C) offre un’interfaccia di programmazione, tramite la quale i siti web e le applicazioni possono istruire il browser a raccogliere i dati rilevanti per la localizzazione dal sistema operativo del dispositivo. Una volta raccolti, questi dati verranno poi trasmessi al provider, responsabile per la geolocalizzazione, inserito nel browser, il quale in seguito risponderà a sua volta con coordinate ed indirizzi concreti. Questi verranno poi estrapolati tramite la Geolocation Api, e dunque messi a disposizione del sito web. La qualità dell’informazione dipende dall’impostazione tecnica del dispositivo e dai dati disponibili.

Delle possibili informazioni comprendono: i dati GPS, i segnali della rete come gli indirizzi IP, il Wi-Fi, la RFID, ovvero l’identificazione a radiofrequenza, così come i dati relativi alla localizzazione delle stazioni radio di base (GSM/CDMA). La differenza tra i vari tipi di dati risiede nella precisione della localizzazione. In base alla tecnica di localizzazione utilizzata la discrepanza tra la posizione rilevata e quella reale può essere di pochi metri come di diversi chilometri. L’HTML5 Geolocation API fornisce perciò sia delle geo-coordinate come anche un valore sulla valutazione della precisione.

L’autorizzazione per la localizzazione di un dispositivo richiede chiaramente il consenso dell’utente, e si differenzia nel funzionamento in base al browser utilizzato. Ad esempio, Google Chrome ha impostato l’attivazione dei dati di posizione solo per le connessioni HTTPS, a partire dalla versione numero 50. Ogni sito o applicazione web richiederà all’utente se desidera condividere la sua posizione attuale.

IP Targeting

Un segnale di rete centrale per la localizzazione è l’indirizzo IP. Ogni utente che naviga su Internet invia in rete un indirizzo IP di partenza, ovvero il proprio indirizzo IP, ogni qualvolta avviene una trasmissione dati tramite HTTP (Hypertext Transfer Protocol). Si tratta dell’IPv4 del router o di un indirizzo IPv6 specifico di un dispositivo. Nel World Wide Web gli indirizzi IP vengono utilizzati per rendere i dispositivi indirizzabili e dunque raggiungibili. Quando si aprono i siti web, un utente invia una richiesta HTTP all’indirizzo IP del server web corrispondente, richiesta che viene automaticamente corredata di un indirizzo IP. Il server web indirizzato ha dunque la possibilità di identificare il mittente della richiesta e di inviare in risposta il pacchetto dati richiesto.

Sulla base della scarsità di indirizzi IPv4, i router e i dispositivi client non dispongono di indirizzi statici, come invece è il caso dei server web. Perciò vengono assegnati degli indirizzi IP dinamici dagli Internet Service Provider (ISP). Di norma l’indirizzo IP delle connessioni Internet private cambia ogni 24 ore. Una localizzazione della posizione, seppure ben lungi dall’essere esatta, è tuttavia ancora possibile. Questo è possibile grazie ai processi di assegnazione degli indirizzi IP sotto il patrocinio della IANA (Internet Assigned Numbers Authority), un dipartimento dell’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers). Questo ente ha il compito di ripartire gli indirizzi IP in varie zone, le cosiddette RIR (Regional Internet Registries). Al momento esistono cinque RIR a livello mondiale con differenti responsabilità regionali:

  • Réseaux IP Européens Network Coordination Centre (RIPE NCC): responsabile per l‘Europa, il Medio Oriente e l’Asia Centrale.
  • American Registry for Internet Numbers (ARIN): responsabile per gli USA, Canada, il territorio delle Bermuda, le Bahamas e parte dei Caraibi.
  • Asia-Pacific Network Information Centre (APNIC): responsabile per l’Asia e per la regione del Pacifico.
  • Latin American and Caribbean Internet Addresses Registry (LACNIC): responsabile per l’America Latina e parte dei Caraibi.
  • African Network Information Centre (AfriNIC): responsabile per l‘Africa.

I cinque RIR dividono il settore di indirizzi di cui sono responsabili in segmenti e li consegnano ai LIR (Local Internet Registries), che solitamente corrispondono semplicemente agli Internet Service Provider, i quali si occupano poi di fornire gli indirizzi IP ai clienti finali.

Ogni ISP dispone di un’ampia scelta di indirizzi che vengono poi suddivisi in maniera dinamica tra i router dei clienti e i vari dispositivi connessi. Sulla base dell’indirizzo IP è dunque possibile ottenere informazioni topologiche sulla struttura gerarchica dei sistemi di indirizzo e sulla classificazione delle sottoreti. In questo modo i gestori dei siti Internet possono risalire all’ISP al quale è stato assegnato un IP. Dalla loro posizione e dal loro settore di influenza si riesce poi a dedurre quale sia grossomodo la posizione di un utente. Ma l’indirizzo esatto della connessione di un cliente non può essere tuttavia utilizzata con il geotracking per una questione di protezione dei dati, e dunque è conosciuto solo dall’ISP

Chiaramente nel caso di grandi provider, questo tipo di localizzazione risulta insufficiente per le misure di geotargeting, per via delle informazioni codificate all’interno dell’indirizzo IP. Numerosi gestori di servizi si sono perciò specializzati nel risalire ad informazioni aggiuntive, al fine di riuscire a determinare precisamente la posizione di un indirizzo IP. Infatti i gestori di siti web possono accedere a tali informazioni, a pagamento, contenute in grandi database aggiornati costantemente.

Per determinare la posizione geografica di un indirizzo IP quanto più precisamente possibile, vengono utilizzate delle strategie di localizzazione, le quali si basano su misurazioni della rete, e sulla comparazione di tali misurazioni con i tempi di latenza. Altre impostazioni fanno riferimento ai protocolli di routing BGP, ai prefissi di indirizzo e alla banca dati Whois, in modo da riuscire a suddividere gli indirizzi IP in cluster. Inoltre si trovano banche dati di IP, che vengono costruite sulle informazioni fornite volontariamente dagli utenti nell’ambito di giochi a premi online.

Nonostante tutto questo impegno, il massimo risultato che si può ottenere dalla localizzazione della posizione basata su IP è, nel migliore dei casi, un valore approssimativo. I gestori di siti web che necessitano di dati affidabili, dovrebbero puntare sull’autorizzazione alla geolocalizzazione, ottenibile tramite browser.

GPS Targeting

Il GPS Targeting si basa sul sistema di localizzazione basato su satellite, tramite il quale è possibile determinare la posizione di un dispositivo con un margine di errore di pochi metri. Inoltre vengono comparate le pseudo distanze dei segnali satellitari, da 6 a 12. I ricevitori GPS sono presenti oggi in quasi ogni dispositivo mobile moderno, mentre i computer fissi non sono solitamente localizzabili tramite GPS. Il GPS Targeting è di notevole interesse quando si tratta di stabilire il target dei siti web per dispositivi mobili, nella realizzazione di servizi che si basano sul rilevamento della posizione, soprattutto nell’ambito delle app, e nel Mobile Adverstising.

Una localizzazione tramite GPS è tuttavia possibile solo laddove vengono ricevuti i segnali satellitari. I dispositivi mobili in spazi chiusi sono dunque irrintracciabili in certe circostanze, a causa della mancanza di segnale. Per di più l’utente deve avere attivato il servizio di localizzazione del dispositivo in questione e deve avere confermato il proprio consenso all’utilizzo di geodati tramite un gestore di siti web o un provider di app.

Localizzazione delle stazioni radio di base

La localizzazione delle stazioni radio base è un procedimento di geolocalizzazione di dispositivi di telefonia mobile, e può avvenire tramite il provider di servizi di telecomunicazione, un modem GSM o tramite un’interfaccia di programmazione per applicazioni che funziona sul browser, come l’API per il rilevamento della posizione geografica. I dispositivi connessi alle reti di telefonia mobile interamente digitale possono essere localizzati tramite le antenne radio che si trovano nelle vicinanze. Una tecnologia di localizzazione specifica, quale il GPS, non sarà dunque necessaria in questo caso.

Quanto precisamente sia possibile determinare la posizione di uno smartphone o di un tablet, dipende dal numero delle antenne circostanti. La localizzazione delle stazioni radio di base consegna perciò risultati migliori nelle conurbazioni rispetto alle regioni di campagna. I gestori di telefonia mobile utilizzano la localizzazione tramite reti di telecomunicazione cellulare, per offrire ai propri clienti servizi legati alla posizione.

I campi di utilizzo sono ad esempio la logistica della gestione della flotta o una geolocalizzazione in caso di emergenza. Inoltre la localizzazione delle stazioni radio di base viene utilizzata anche nei casi in cui sia necessaria la localizzazione di dispositivi persi o rubati. Anche le forze dell’ordine possono usufruire, in casi in cui ci sia un buon motivo per farlo, dei dati relativi alla posizione, per scoprire la posizione di una persona ricercata ad esempio.

Geotargeting nell’ambito dell’ottimizzazione per i motori di ricerca

Anche nell’ambito dell’ottimizzazione per i motori di ricerca viene utilizzato il geotargeting. Il punto di incontro si può trovare sia nella SEO internazionale così come nell’impostazione di un sito web per ricerche su base regionale (Local SEO).

International SEO

L’international SEO raccoglie tutte le pratiche, sulla base delle quali il motore di ricerca è in grado di stabilire a quale paese e a quale gruppo linguistico si rivolga un sito web. Di prassi, le aziende che operano internazionalmente offrono contenuti web in più lingue. Tuttavia non è sempre detto che, tra i risultati forniti dal motore di ricerca utilizzato, compaia il risultato nella lingua corretta. Ad esempio ad un utente solito visitare molte pagine in lingua inglese è probabile che gli venga suggerito il sito web in lingua inglese di un’azienda americana, anche se magari esiste una versione in italiano, che viene però richiamata solo di rado.

Per impedire che ciò accada è stato stabilito un metodo che agevola il motore di ricerca nella scelta della versione linguistica corretta: l’attributo hreflang.

<link rel="alternate" href="http://example.com" hreflang="en-us" />

L’attributo hreflang offre ai gestori di siti Internet la possibilità di allegare informazioni riguardanti la versione linguistica del proprio sito web nella sezione dell’intestazione di ogni sottopagina, così come nella sitemap XML. Tramite l’attributo hreflang si mettono a disposizione singole versioni linguistiche per diversi paesi o più versioni per un singolo paese, come ad esempio per la Svizzera o il Canada. I motori di ricerca scansionano le informazioni contenute all’interno dell’attributo e utilizzano i dati di posizione collezionati dal gestore per far visualizzare i risultati di ricerca nelle versioni linguistiche preferite o secondo il paese in cui ci si trova. Degli utili consigli su come utilizzare l’attributo hreflang si trovano nel centro assistenza della Search Console di Google.

L’attributo hreflang è particolarmente significativo in combinazione con il contenuto ottimizzato a livello regionale. Oltre alla lingua giusta, i gestori di siti web dovrebbero anche curarsi di fornire una versione indirizzata in ambito locale, ad esempio tramite informazioni adeguate riguardanti i contatti, la valuta e i link di altri contenuti web della stessa regione. Per l’ottimizzazione per i motori di ricerca di siti web che si rivolgono ad una clientela internazionale, l’attributo hreflang è di grande importanza.

Una corretta messa a disposizione di versioni di un sito web con la giusta lingua e indirizzate al giusto paese aumenta dalla prospettiva dell’utente, sia la rilevanza che anche l’usabilità del sito web. Di conseguenza essa si ripercuote anche sulla frequenza di rimbalzo e sul tempo di permanenza, due valori di riferimento per il ranking nel motore di ricerca.

Local SEO

Quando i gestori di siti web tentano di ottimizzare il proprio sito in ambito regionale, per le ricerche locali sui motori di ricerca, si parla allora di Local SEO. Le ricerche locali possono essere delle frasi inserite nella barra di ricerca, che danno informazioni inequivocabili sulla regione alla quale fa riferimento un utente; un esempio di ciò potrebbe essere “centro ottico ad Ancona” o “hotel sul Gargano”. I motori di ricerca mostrano risultati per le offerte nelle immediate vicinanze dell’utente, ma anche sulla base del segnale di rete, dell’indirizzo IP o delle informazioni riguardanti la posizione di un profilo utente (come ad esempio Google+).

I gestori di siti web che offrono prodotti o informazioni targetizzate su base regionale, hanno diverse possibilità per trasmettere la rilevanza della propria offerta al motore di ricerca. Le strategie nell’ambito della Local SEO comprendono un’ottimizzazione on-page basata su parole chiave regionali, così come l’immissione e la valutazione nelle pagine gialle e nei sistemi di mappatura online.

  • Ottimizzazione on-page: al fine di segnalare una rilevanza regionale ai motori di ricerca, è consigliabile configurare adeguatamente il contenuto e i metadati di un sito web tramite parole chiave. I tag Title, i titoli, gli URL, i contenuti testuali e i testi alternativi per le immagini dovrebbero sempre contenere una parola chiave rilevante per il sito web così come per la regione presa in considerazione. Inoltre è buona cosa impostare un servizio di mappe come Google Maps, per individuare le filiali fisiche, la posizione dell’azienda o altri centri regionali.
  • Inserimento sul servizio Google My Business: chi vuole scalare la classifica regionale dei risultati di ricerca, non può fare a meno di Google My Business. Questo servizio serve come strumento di amministrazione centrale per Google Maps e Google Plus Local (una volta conosciuto con il nome di Google Places), e connette così i vari servizi del leader dei motori di ricerca. Le imprese possono creare un profilo e marcare le proprie sedi su Google Maps con una puntina. In aggiunta vi è anche la possibilità di piazzarsi nell’ambito Local Pack, ovvero i tre erogatori di servizi più rilevanti per una ricerca locale, inclusa la posizione sulla mappa, direttamente nei risultati di ricerca organici. Il Local Pack contiene i dati NAP, che sono nome, indirizzo e numero telefonico di un’azienda, e permette così un contatto rapido con l’azienda. Quando questi stessi dati compaiono anche su altri siti web, allora si parla di Local Citation.
  • Local Citation: le Local Citation sui siti web locali e su portali specialistici rappresentativi sono rilevanti per il ranking nel motore di ricerca. I gestori di siti web dovrebbero fare attenzione ad utilizzare dati consistenti e a darne un’altrettanta consistente presentazione. Per semplificare la classificazione nei motori di ricerca è consigliabile utilizzare i dati NAP nelle Local Citation nello stesso formato in cui è utilizzata sul proprio sito web e su Google My Business. Anche la completezza e il grado di precisione incidono sul ranking locale. Le Local Citation dovrebbero perciò essere ampliate con informazioni aggiuntive come categorie, foto dei negozi e gli orari di apertura.
  • Valutazione: anche le valutazioni dei clienti sui portali specialistici vengono prese in considerazione come fattori ranking da Google per la ricerca locale. In questo caso è di particolare importanza Google+ Location, ovvero l’unione del predecessore Google Places con il social network del motore di ricerca.

I limiti del geotargeting

Dal punto di vista di un gestore di siti web sorgono delle difficoltà con il geotargeting se gli utenti non vogliono essere localizzati. I processi tecnici come la localizzazione GPS e tramite browser prevedono un consenso esplicito dell’utente. L’IP Targeting è teoricamente possibile anche senza l’approvazione dell’utente, ma in alcuni casi può rappresentare un’infrazione della legge sulla protezione dei dati. Inoltre la geolocalizzazione tramite indirizzo IP non è poi così precisa. Come se non bastasse, molti utenti navigano in Internet tramite un server proxy, occultando così il proprio indirizzo IP di partenza.

La geolocalizzazione dal punto di vista legislativo

Il 4 Maggio 2016 è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale dell’UE il nuovo regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, entrato ufficialmente in vigore il 24 Maggio dello stesso anno, che dovrà essere attuato entro due anni da tutti gli Stati membri, quindi entro il 25 Maggio 2018.

Tale regolamento si compone sostanzialmente di due proposte inizialmente presentate in una prima proposta datata Gennaio 2012. La prima è un regolamento sulla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e alla libera circolazione di tali dati, atta a disporre sul trattamento dei dati personali nei settori pubblico e privato. Dunque di grande interesse anche in materia di geolocalizzazione. La seconda proposta rappresenta una direttiva sui settori della prevenzione, del contrasto, della repressione dei crimini e delle rispettive sanzioni penali, nonché sullo scambio dei dati personali tra polizia e giustizia.

Questa regolamentazione ha come obiettivo quello di limitare il “profiling”, ovvero l’elaborazione automatica di dati personali per analisi o predizioni di aspetti quali la situazione economica, la salute, gli interessi, il comportamento, la posizione e i movimenti, ecc. Le nuove leggi proposte prevedono che la raccolta e l’elaborazione dati dipenda da un consenso chiaro e affermativo per il trattamento dei dati personali da parte del diretto interessato; assicura che i termini riguardanti la privacy siano spiegati in maniera chiara ed in un linguaggio comprensibile; e che le leggi adottate siano applicate in maniera decisa, con multe che possono arrivare fino al quattro percento del fatturato globale dell’azienda che commette infrazioni.

Per la prima volta vengono inoltre stabiliti degli standard minimi per l’elaborazione dei dati ai fini del monitoraggio e una direttiva sul trasferimento dei dati internamente ai paesi e tra i vari Stati membri della comunità europea.

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